EMULSIONANTI NEGLI ALIMENTI


Quando mangiamo alimenti trasformati, non solo siamo esposti a ingredienti non salutari come lo sciroppo di mais ad alto contenuto di fruttosio e ai grassi idrogenati, ma anche agli additivi utilizzati per conferire ai prodotti uniformità e stabilità a scaffale. 

Gli emulsionanti, includono anche la carbossimetilcellulosa (CMC) e il polisorbato 80 (P80) che, secondo le ricerche,  possono causare infiammazione, ansia e depressione in coloro che li assumono.

 

Chi prepara il condimento per l'insalata o la maionese in casa, probabilmente è consapevole che gli ingredienti tendono a separarsi naturalmente dato che l'olio e l'acqua non si mescolano.

Eppure, i condimenti per l'insalata e la maionese che vengono acquistati in negozio sono omogenei e stabili. Ciò è dovuto agli emulsionanti, che rendono miscibili gli ingredienti e nello stesso tempo ne riducono la viscosità, impediscono la cristallizzazione e prevengono la separazione degli ingredienti. (1)

 

 

Gli emulsionanti alimentari possono influenzare il cervello e il comportamento

Dalle ricerche effettuate risulta che l'aggiunta di emulsionanti alimentari CMC e P80 nell'alimentazione dei topi porta a infiammazione, obesità, anomalie metaboliche e altera il microbioma intestinale. (2)

 

Dato che l'intestino e il cervello comunicano attraverso il nervo vago, l'alterazione dei microrganismi intestinali può influenzare l'ansia e il comportamento. I ricercatori ipotizzano che il consumo di emulsionanti possa anche influenzare la salute mentale. Infatti, lo studio sui topi ha confermato che l'esposizione agli emulsionanti determina infiammazione cronica intestinale, obesità e alterata composizione del microbioma.

 

Secondo quanto pubblicato dai ricercatori su Scientific Reports. (3)

 

"È importante sottolineare che il trattamento con emulsionanti altera i comportamenti ansiosi nei maschi e riduce il comportamento sociale nelle femmine modificando anche l'espressione dei neuropeptidi implicati nella modulazione dell'alimentazione e nei comportamenti sociali e ansiosi", 

 

In breve, questi additivi alimentari comunemente usati hanno portato a cambiamenti nel microbioma, nella fisiologia e nel comportamento dei topi. Effetti simili si possono tuttavia verificare anche negli esseri umani.

 

Gli autori dello studio hanno concluso: (4) "I nostri dati supportano la nozione generale che alcuni casi di disturbi comportamentali possono essere influenzati dall'esposizione ai moderni fattori di stress chimici e, più specificamente, che gli emulsionanti alimentari sintetici possono essere considerati uno di questi fattori di stress".

Gli emulsionanti alimentari potrebbero confondere l'intestino e causare malattie metaboliche

Nel 2015, si è scoperto che basse concentrazioni di emulsionanti (CMC e P80) inducono nei topi l'infiammazione, l'obesità e la sindrome metabolica. (5) Ciò potrebbe essere dovuto alla natura delle sostanze chimiche, simile a quelle dei detergenti, che potrebbero compromettere le interazioni tra le strutture del muco che ricopre la superficie intestinale e i batteri.

 

La barriera di muco mantiene i batteri intestinali lontani dalle cellule epiteliali che rivestono l'intestino, ma l'interferenza potrebbe favorire l'infiammazione e le malattie associate. I ricercatori hanno anche sottolineato che gli emulsionanti potrebbero favorire l'aumento delle malattie infiammatorie intestinali (IBD), che includono sia la malattia di Crohn che la colite ulcerosa, diffuse negli ultimi decenni. (6)

 

Gli emulsionanti hanno causato la colite cronica nei topi con un sistema immunitario compromesso, mentre nei topi aventi una efficiente funzione immunitaria hanno provocato una lieve infiammazione intestinale ed una successiva disfunzione metabolica che ha portato all'obesità, all'iperglicemia e all'insulino-resistenza.

 

Gli emulsionanti sono stati somministrati a livelli a cui una persona media sarebbe esposta se nutrita con alimenti trasformati, il che significa che questi additivi potrebbero in effetti influire sulla salute di molte persone. Ulteriori ricerche hanno anche evidenziato che l'esposizione a CMC e P80 altera la struttura e le proprietà di trasporto del muco intestinale, il che potrebbe influenzare le interazioni tra il lume intestinale, i microrganismi e il tessuto sottostante, contribuendo all'infiammazione. (7)

 

Gli emulsionanti possono anche alterare le caratteristiche funzionali del microbioma intestinale, ad esempio aumentando l'espressione della flagellina (una proteina), che a sua volta accresce la capacità dei batteri di penetrare nella barriera costituita dal muco. (8)

 

Carragenina, un altro emulsionante popolare collegato a rischi per la salute

La carragenina, un emulsionante estratto dalle alghe rosse, viene anche comunemente aggiunta come agente addensante agli alimenti trasformati. È un altro additivo alimentare di cui dovremo essere a conoscenza, dato che, come la CMC e il P80, è legato all'infiammazione e ad altri problemi di salute.

 

L'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) classifica la carragenina degradata come possibile cancerogeno per l'uomo. La carragenina degradata, trattata con acidi, è così infiammatoria che viene usata negli esperimenti di laboratorio per indurre l'infiammazione negli animali nei i test sugli agenti anti-infiammatori.

 

C'è la preoccupazione che l'acido dello stomaco possa trasformare sostanzialmente la carragenina degli alimenti in carragenina degradata con effetti potenzialmente cancerogeni. (9)

 

Inoltre, l'esposizione alla carragenina anche non degradata (cioè di tipo alimentare) è stata collegata a un aumento del numero di ulcere intestinali e, potenzialmente, a escrescenze tumorali. (10) In un rapporto del 2016 del Cornucopia Institute, i rischi per la salute della carragenina sono stati ulteriormente rivelati con una serie di studi che sollevavano serie preoccupazioni sulle proprietà infiammatorie di questo tipo di sostanza. (11)

Perché gli emulsionanti che attivano l'infiammazione potrebbero anche contribuire alla depressione

Gli emulsionanti attivano l'infiammazione cronica nel corpo a cui la depressione è fortemente legata. Non solo sono elevati i biomarcatori di infiammazione che si trovano comunemente nelle persone con depressione ma è stato anche dimostrato che, stimolando l'infiammazione si scatenano anche i sintomi depressivi.

 

Si ritiene che le citochine infiammatorie nel corpo interagiscano con le molteplici vie coinvolte nella depressione, inclusa la funzione neuroendocrina e la regolazione dell'umore. (12) "La depressione e l'infiammazione si alimentano a vicenda", hanno scritto i ricercatori nell'American Journal of Psychiatry, aggiungendo che, nel caso dell'infiammazione, "la depressione e l'infiammazione si attivano reciprocamente". (13)

 

"L'infiammazione gioca un ruolo chiave nella patogenesi della depressione per un sottogruppo di individui depressi. La depressione innesca anche risposte più ampie delle citochine a fattori stressanti e patogeni", ha dichiarato. Edward Bullmore, capo del dipartimento di psichiatria dell'Università di Cambridge, il quale, stima che circa un terzo dei pazienti affetti da depressione sia affetto da una componente infiammatoria.

 

Bullmore è l'autore del libro, "The Inflamed Mind: A Radical New Approach to Depression", che rivela l'importanza dell'infiammazione nello sviluppo della depressione. Egli, in una trasmissione della  CBS News ha detto: "Sappiamo da molto tempo che esiste un'associazione tra l'infiammazione e la depressione. In presenza di artrite, di psoriasi, di malattie infiammatorie intestinali, e di tutte le malattie infiammatorie nel corpo, il rischio di depressione è molto elevato. Questa associazione potrebbe essere causale, non solo una coincidenza. " (14)

 

Durante gli stati infiammatori, vengono attivate le cellule cerebrali chiamate microglia. Quando questo accade, un enzima chiamato indoleamina 2,3-diossigenasi (IDO) allontana il triptofano dalla produzione di serotonina e melatonina, stimolandolo invece la produzione di un agonista NMDA  chiamato acido chinolinico che può scatenare ansia e agitazione. (15)

 

Ci sono molte fonti di infiammazione nel mondo moderno, dalla dieta, all'inquinamento, allo stress emotivo e agli emulsionanti negli alimenti trasformati. Se si soffre di depressione, potrebbe valere la pena tentare di adottare misure per ridurre il livello di infiammazione nel proprio corpo, a cominciare dall'eliminazione degli alimenti trasformati. Una fonte comune di esposizione agli emulsionanti e ad altri agenti infiammatori.

Dove si possono trovare gli emulsionanti?

Oltre alla carbossimetilcellulosa, al polisorbato 80 e alla carragenina, emulsionanti simili includono la lecitina, la gomma di xantano, i mono e digliceridi degli acidi grassi, gli stearoillatilati, degli esteri di saccarosio e ill poliglicerolo policlorinoleato, tutti emulsionanti ampiamente usati nella preparazione degli alimenti trasformati per: (16)

  • Migliorare l'aspetto dei cibi impedendo la separazione degli ingredienti o mostrare altri segni di instabilità
  • Aumentare il tempo di conservazione
  • Migliorare il gusto, il colore, l'odore e la palatabilità del cibo
  • Mascherare le sensazioni sgradevoli
  • Produrre alimenti a basso contenuto di grassi con la stessa sensazione in bocca delle  alternative a contenuto elevato di grassi

Quando si consumano cibi lavorati, probabilmente si consumano emulsionanti che, comunemente sono particolarmente presenti nei seguenti alimenti: (17)

  • Prodotti da forno, compresi pane, biscotti e torte
  • Prodotti spalmabili a base di grassi come margarine, burro di noci e grassi per pasticceria
  • Gelati e altri dolci a base di latte
  • Hamburger vegetariani e hamburger di carne
  • Condimento per insalata e maionese
  • Caramelle, toffees, caramelle gommose, cioccolato e lecca lecca
  • Bevande, comprese le comuni bibite, il vino e i liquori a base di crema
  • Vari tipi di latte vegetale

Le preoccupazioni relative agli emulsionanti sono sempre più fondate, poiché nessuno conosce la quantità di emulsionanti in  media effettivamente ingeriti giornalmente da una persona. Molti agenti emulsionanti vengono usati in combinazione con altri tipi di sostanze e potrebbero verificarsi effetti sinergici o potenziati a detrimento della salute.

 

Inoltre, alcuni additivi, tra cui la CMC e la carragenina, non vengono metabolizzati, vale a dire che potrebbero potenzialmente influenzare l'intero tratto gastrointestinale. (18) Mentre molti studi sulla sicurezza degli emulsionanti sono stati condotti sugli animali, poco si sa sul potenziale di tossicità degli stessi.

 

Secondo uno studiopubblicato su Farmacologia e Terapia: (19) "La maggior parte degli emulsionanti e degli addensanti non ha un livello definito di tossicità, perché la dose più alta richiesta per produrre un effetto avverso è superiore al livello che gli animali sperimentali possono ragionevolmente consumare", 

Come evitare gli emulsionanti nella dieta

Per evitare emulsionanti negli alimenti trasformati, si consiglia di leggere le etichette e cercare i seguenti additivi emulsionanti:

  • Carbossimetilcellulosa
  • Polisorbato 80
  • carragenina
  • Lecitina
  • Gomma Xanthan
  • Mono- e digliceridi degli acidi grassi
  • Lattilatte stearoiliche
  • Esteri di saccarosio
  • Poliricinoleati di poliglicerolo

Tuttavia, è importante rendersi conto che gli alimenti possono contenere emulsionanti non indicati in etichetta quando rappresentano meno del 5% del prodotto finale e non hanno una "funzione tecnologica".

 

"Un esempio è il caso di bevande analcoliche che usano stabilizzanti come agenti di ponderazione", hanno spiegato i ricercatori. "In effetti, molte bevande analcoliche di agrumi non hanno gli stabilizzanti additivi elencati nelle loro liste degli ingredienti, eppure il sapore rimane stabile e uniformemente disperso nella bottiglia." (20)