Siamo Esseri di luce


Pubblicato il 18 gennaio 2015

Noi siamo più degli atomi e delle molecole che compongono il nostro corpo, siamo anche esseri in grado di ricevere e di emettere luce.

 

I biofotoni emessi dal corpo umano, possono essere rilasciati attraverso l'intenzione mentale, e possono modulare i processi fondamentali nell'ambito della comunicazione tra cellula e cellula tramite il DNA.

 

Dato che l'esistenza terrena è parzialmente sostenuta dai raggi solari e dalla luce condensata sotto forma di cibo, potrebbe non sembrare così inverosimile che il nostro corpo emetta luce.

 

Infatti, il corpo umano emette biofotoni, fenomeno anche conosciuto come emissione di fotoni ultradeboli (UPE), con visibilità 1.000 volte inferiore alla sensibilità del nostro occhio nudo.

 

Anche se non sono per noi visibili, queste particelle di luce (o onde, a seconda di come si misurano) fanno parte dello spettro elettromagnetico visibile (380-780 nm) e sono rilevabili tramite sofisticate strumentazioni moderne (2). L'esistenza del campo biofotonico è stato scientificamente provato dal Dr. Fritz-Albert Popp nel 1974.

 

Le nostre cellule e il DNA tramite i Biofotoni possono archiviare e comunicare informazioni

Apparentemente i biofotoni vengono utilizzati dalle cellule di molti organismi viventi per comunicare. Essi facilitano il trasferimento di informazioni molto più velocemente rispetto alla diffusione per via chimica.

 

Secondo uno studio del 2010, "la comunicazione cellula/cellula per mezzo dei biofotoni è stata dimostrata nelle piante, nei batteri, nei granulociti animali e nelle cellule renali" (9). I ricercatori sono riusciti a dimostrare che "... la diversa stimolazione luminosa spettrale (infrarosso, rosso , giallo, blu, verde e bianco) ad una estremità delle radici nervose spinali sensoriali o motorie, determinano un aumento significativo dell'attività biofotonica all'altra estremità" .

 

Gli studiosi hanno interpretato i risultati della loro ricerca come una conferma che "... la stimolazione luminosa può generare biofotoni che agiscono lungo le fibre nervose, come segnali di comunicazione neurale."

 

Quando si scende a livello molecolare del nostro genoma, anche il DNA può essere identificato come una fonte di emissioni biofotoniche. Un autore afferma che il DNA è così biophotone dipendente che ha proprietà simili al laser ad eccimeri (10).

 

Tecnicamente i biofotoni sono particelle elementari o “quanti” di luce di origine non termica, nello spettro del visibile e dell'ultravioletto, emessi da un sistema biologico. Sono generalmente ritenuti prodotti risultanti dal metabolismo energetico all'interno delle cellule, o più formalmente come "... sottoprodotto di reazioni biochimiche quando le molecole vengono coinvolte da processi bioenergetici " (11).

 

L'emissione di biofotoni dal corpo

Poiché il metabolismo del corpo cambia in modo circadiano, l'emissione di biofotoni varia anche a seconda dei momenti del giorno (12). La ricerca ha mappato le sedi anatomiche distinte all'interno del corpo dove le emissioni di biofotoni sono più forti o più deboli, a seconda del momento:

 

generalmente, la fluttuazione del numero dei fotoni nel corpo risulta inferiore al mattino rispetto al pomeriggio. La regione del torace-addome emette un più basso e più costante numero di fotoni. Le estremità superiori e la regione della testa emettono più fotoni e in modo continuo nel corso della giornata.

 

L'analisi spettrale, delle emissioni basse, medie e alte eseguite sulla parte frontale superiore della gamba destra, sulla fronte e sulle palme, nel range di di sensibilità del fotomoltiplicatore, ha mostrato la maggiore emissione spontanea a 470-570 nm.

 

I ricercatori hanno concluso che "I dati spettrali indicano che le misurazioni potrebbero anche fornire dati quantitativi, su modello individuale, sui processi ossidativi e antiossidativi in vivo."

 

Il campo biofotonico è la chiave per la salute

La nostra salute fisica dipende non solo da ciò che accade all'interno del nostro corpo, ma è anche interconnessa e dipende da altri livelli non fisici di energia, come l'energia che circonda il corpo, il campo biofotonico.

 

In modo molto semplicistico, il nostro campo biofotonico può essere visto come un computer molto sofisticato che elabora, memorizza e recupera le informazioni che vengono poi utilizzate per regolare i processi biologici.

 

Dr. Dietrich Klinghardt tratta questo argomento nei “cinque principi di guarigione”, che si basano su un modello di cure sviluppato circa 12.000 anni fa. Modello energetico per la salute che ha influenzato la medicina tibetana, la medicina tradizionale cinese (MTC), e la medicina ayurvedica.

 

E 'noto in biologia che ogni cellula del corpo ha oltre 100.000 reazioni biochimiche al secondo, ognuna delle quali deve essere attentamente cronometrata e sequenziata con l'altra. Molti scienziati (soprattutto europei) hanno studiato il principio organizzativo che regola questi sofisticati meccanismi.

 

Il Dr. Popp ha anche dimostrato che i biofotoni provengono dal DNA e ha sviluppato la teoria biofotonica per spiegare il ruolo biologico e il modo in cui essi contribuiscono a controllare i processi biochimici.

 

Perchè è importante una dieta basata principalmente su cibi integrali crudi

La ricerca sui biofotoni spiega anche i motivi per cui è così vitale una dieta a base di cibi prevalentemente crudi.

 

Come sappiamo, senza il sole è praticamente impossibile l'esistenza per la maggior parte delle forme di vita. Ad esempio, sappiamo che senza esposizione al sole, si va incontro alla carenza di vitamina D, con conseguenze molto serie per la salute.

 

La vitamina D influenza almeno 2.000-3.000 geni ( attualmente conosciuti) e, senza una quantità sufficiente di vitamina D il corpo diventa suscettibile di un numero impressionante di malattie.

 

Si può assorbire l'energia solare anche attraverso il cibo, così come attraverso la pelle (anche se questo non deve essere confuso con l'essere in grado di modificare il proprio stato al riguardo della vitamina D).

 

La Dott.ssa Johanna Budwig (biochimica, farmacista tedesca nominata ben sette volte per il premio Nobel) ha dichiarato che gli alimenti vitali sono ricchi di elettroni, e agiscono come donatori di elettroni ad alta potenza e di "campi di risonanza solare" capaci di attrarre, conservare, e condurre l'energia del sole nel nostro corpo.

 

Maggiore è la nostra disponibilità di energia luminosa, maggiore è la potenza del campo elettromagnetico del corpo e, di conseguenza, più energia risulta disponibile per la guarigione e per il mantenimento di una salute ottimale.

Ogni organismo vivente emette biofotoni o basso livello di luminescenza, e tanto maggiore è il livello di luce emessa dalle sue cellule, tanto maggiore sarà la sua vitalità e il suo potenziale di trasferimento dell'energia all'individuo che se ne ciba.

 

Quindi, più luce un alimento è in grado di accumulare, più nutriente è. Le verdure fresche naturalmente coltivate, per esempio, e i frutti maturati al sole, sono molto ricchi di energia luminosa.

 

La capacità di accumulo dei biofotoni è quindi una misura della qualità degli alimenti.

 

Credo fermamente che sia solo una questione di tempo prima che queste verità possano diventare scientifiche e far parte delle conoscenze mediche comuni.

 

Come il campo biofotonico regola la nostra salute fisica

Il DNA all'interno di ogni cellula del corpo vibra ad una frequenza di alcuni miliardi hertz (la stessa per la quale funzionano i moderni sistemi di comunicazione cellulare).

 

Questa vibrazione viene generata attraverso la contrazione e l'estensione del DNA, diversi miliardi di volte al secondo e, ogni volta che si contrae, emette un unico biofotone, una particella di luce.

 

Il fotone contiene le informazioni su tutto ciò che accade nel DNA in quel momento. Un singolo biofotone può trasportare più di quattro megabyte di informazioni, e trasmette queste informazioni agli altri biofotoni che incontra nel campo biofotonico esterno al corpo.

 

Tutti i fotoni che vengono emessi dal corpo comunicano tra loro nel campo di luce altamente strutturato che avvolge il nostro corpo.

 

Il campo di luce regola anche l'attività degli enzimi metabolici. Ciò corrisponde esattamente ai risultati dello studio di cui sopra che mostrano come la luce fluisce e scorre nel campo biofotonico assieme al ritmo metabolico.

 

Il trasferimento di informazioni dei biofotoni è bidirezionale, il che significa il DNA invia le informazioni a un fotone, e dallo stesso fotone le informazioni vengono trasmesse a tutti i biofotoni del nostro corpo che poi ritornano alle cellule, e alla tubulina (proteina dimerica, presente in tutte le cellule eucarioti del tessuto connettivo), conduttrice di luce.

 

La tubulina, a sua volta, riceve le informazioni sotto forma di impulsi luminosi e li trasferisce, alla velocità della luce, in tutto il corpo, dove all'interno di ogni cellula agiscono come attivatori o inattivayori di determinati enzimi metabolici.

 

La ricerca biofotonica mette anche in luce un nuovo aspetto dell'impatto delle tossine ambientali sulla nostra salute.

 

Il mercurio, per esempio, a bassissime concentrazioni distrugge la tubulina e interrompe importanti flussi di luce dal campo biofotonico alle cellule e disconnette la forza intelligente che organizza la biochimica del nostro corpo.

 

L'occhio Fisico e "Mentale" emette luce

L'occhio stesso, che è continuamente esposto ai potenti fotoni dell'ambiente che attraversano i sui tessuti, emette spontaneamente fotoni ultradeboli visibili indotti dalla luce (3).

 

E' stato anche ipotizzato che la luce visibile induce bioluminescenza ritardata all'interno del tessuto oculare esposto, fornendo una spiegazione sull'origine della retro immagine (4).

 

Dette emissioni luminose sono state correlate con il metabolismo energetico cerebrale e lo stress ossidativo nel cervello dei mammiferi (5) (6). Tuttavia, le emissioni di biofotoni non sono necessariamente un epifenomeno.

 

L'ipotesi di Bókkon suggerisce che i fotoni prodotti dai processi chimici del cervello generano immagini biofisiche durante l'immaginazione visiva. Un recente studio ha scoperto che, quando i soggetti immaginavano attivamente la luce in un ambiente totalmente buio, la loro intenzione produceva un aumento significativo delle emissioni di fotoni ultra deboli (7).

 

Si tratta di un fenomeno coerente con una visione emergente che i biofotoni non sono esclusivamente sottoprodotti del metabolismo cellulare ma, a causa dell'intensità degli stessi notevolmente superiore all'interno delle cellule piuttosto che all'esterno, è possibile alla mente accedere a questo gradiente di energia per creare immagini biofisiche intrinseche durante la percezione visiva e immaginaria (8).

 

Meditazione e erbe influenzano l'emissione di biofotoni

I ricercatori hann riscontrato una differenza di stress ossidativo mediato, in emissione biofotonica, tra coloro che praticavano la meditazione rispetto a coloro che non la praticavano.

 

Le persone che meditavano regolarmente tendevano ad avere minori emissioni di fotoni ultra-deboli (UPE), quale risultato di un livello inferiore di reazioni dei radicali liberi che si formano nei loro corpi.

 

In uno studio clinico che ha coinvolto professionisti della meditazione trascendentale (TM), i ricercatori hanno riscontrato che: “le più basse intensità UPE sono state misurate in due soggetti che meditavano regolarmente”.

 

L'analisi spettrale ha trovato che l'emissione ultra-debole è probabilmente, almeno in parte, un riflesso, in un organismo vivente, delle reazioni dei radicali liberi. E 'stato documentato che diversi spostamenti fisiologici e biochimici seguono la pratica di un lungo periodo di meditazione da cui si deduce come la meditazione possa influenzare l'attività dei radicali liberi (13).

 

È interessante notare che, un'erba, la Rhodiola rosea, nota per il suo utilizzo anti stress (compreso l'abbassamento indotto misurabile dei livelli di cortisolo), è stata testata clinicamente come efficace nella riduzione del livello di biofotoni emessi dai soggetti umani.

 

Uno studio pubblicato nel 2009 sulla rivista “journal Phytotherapeutic Research” ha rilevato che coloro che avevano assunto la Rhodiola Rosea per una settimana riportavano una significativa riduzione delle emissioni di fotoni rispetto al gruppo placebo (14).

 

La pelle umana può catturare energia e informazioni dalla luce solare

Forse la cosa più straordinaria di tutte è la possibilità che la superficie corporea esterna contenga cellule capaci di intrappolare in modo efficiente l'energia e le informazioni dalle radiazioni solari ultraviolette.

 

Uno studio pubblicato nel “ Journal of Photochemistry and Photobiology”, dal titolo, "La irradiazione della luce solare artificiale induce l'emissione di fotoni ultra-deboli nei fibroblasti cutanei umani", ha evidenziato che quando la luce proveniente da una sorgente di luce solare artificiale applicata ai fibroblasti, sia in soggetti normali che in soggetti affetti da xeroderma pigmentoso caratterizzato da deficit di meccanismi di riparazione del DNA, ha indotto le emissioni di gran lunga più elevate di fotoni ultra-deboli (10-20 volte) nel gruppo affetto da xeroderma pigmentoso.

 

I ricercatori hanno concluso che " i dati indicano che le cellule dello xeroderma pigmentosum tendono a perdere la capacità di accumulo di fotoni ultradeboli, confermando l'esistenza di un efficiente sistema di cattura intracellulare di fotoni nelle cellule del corpo umano (15).

 

La ricerca più recente ha anche rilevato differenze misurabili nella emissione di biofotoni tra le cellule normali e quelle del melanoma (16).

 

Il ruolo della melanina nel convertire la luce ultravioletta in energia metabolica:

La melanina è in grado di trasformare l'energia luminosa ultravioletta in calore mediante un processo noto come "conversione interna ultra-veloce". Oltre il 99,9% delle radiazioni UV assorbite vengono trasformate da luce ultravioletta, potenzialmente genotossica (danneggia il DNA), in calore innocuo.

 

Se la melanina è in grado di convertire la luce in calore, non potrebbe anche trasformare biologicamente le radiazioni UV in altre forme metabolicamente utili di energia? Questo non sembra così inverosimile se si considera che anche le radiazioni gamma, che sono altamente tossiche per la maggior parte delle forme di vita, possono essere fonte di sostentamento per taluni tipi di funghi e di batteri.

 

Le emissioni di Biofotoni del corpo sono governate da forze solari e lunari.

C'è anche una crescente consapevolezza che il Sole e la Luna influenzino le emissioni di biofotoni attraverso le forze gravitazionali. Recentemente, le emissioni di biofotoni da piantine di grano in Germania e Brasile sono state riscontrate come sincronizzate a livello transcontinentale secondo ritmi associati alle maree lunisolari (18)".

 

Infatti, la forza delle maree luni-solari, a cui il sole contribuisce per il 30% e la luna per il 60% dell'accelerazione gravitazionale, è stato riscontrato che regola un serie di caratteristiche di crescita delle piante sulla Terra (19).

 

L'intenzione è una forza vivente della Fisiologia

Anche l'intenzione umana, può avere una base empirica nei biofotoni.

In un recente commento pubblicato sulla rivista “ Investigacion clinica”dal titolo "La prova del potere dell'intenzione" si legge:

 

L'intenzione è definita come un pensiero diretto per eseguire una determinata azione. Pensieri mirati ad un fine possono influenzare oggetti inanimati e praticamente tutti gli esseri viventi, dagli organismi unicellulari agli esseri umani.

 

L'emissione di particelle di luce (biofotoni) sembra essere il meccanismo attraverso il quale l'intenzione produce i suoi effetti. Tutti gli organismi viventi emettono una corrente costante di fotoni come mezzo per segnali istantanei diretti da una parte del corpo ad un altra e con il mondo esterno.

 

I biofotoni sono memorizzati nel DNA intracellulare, quando l'organismo è malato, vengono indotti cambiamenti nelle emissioni di biofotoni. L'intenzione diretta si manifesta come energia elettrica e magnetica che produce un flusso ordinato di fotoni.

 

Le nostre intenzioni sembrano operare frequenze altamente coerenti in grado di modificare la struttura molecolare della materia. Affinchè l'intenzione sia efficace è necessario scegliere il momento opportuno.

 

In realtà, gli esseri viventi sono reciprocamente sincronizzati con la terra i suoi continui cambiamenti di energia magnetica. E 'stato dimostrato che l'energia del pensiero può anche modificare l'ambiente. L'ipnosi, i fenomeni delle stimmate e l'effetto placebo possono essere considerati come tipi di intenzione, come istruzioni per il cervello durante un particolare stato di coscienza.

 

I casi di cure spontanee o di guarigione a distanza di pazienti molto malati rappresentano le istanze di una grandissima volontà di controllare le malattie che minacciano la nostra vita. L'intenzione di guarire e le credenze del malato sull'efficacia delle influenze di guarigione possono promuovere la sua guarigione.

 

In conclusione, gli studi sul pensiero e sulla coscienza stanno emergendo come aspetti fondamentali e non come semplici epifenomeni, stanno rapidamente portando ad un profondo cambiamento nei paradigmi della biologia e della medicina.

 

E così la scienza è in accordo con l'esperienza umana diretta: noi siamo più degli atomi e delle molecole di cui siamo composti, ma esseri che emettono, comunicano per mezzo della luce, e formati dalla luce. Le implicazioni possono essere molteplici con nuovi orizzonti e possibili sviluppi sorprendenti nella biologia e nella medicina e non solo …

 

Sembrano finiti i giorni in cui parole come "energia vitale" e "aura" erano accennati in alcuni libri relegati in una piccola parte di qualche libreria New Age. Oggi, gli scienziati di tutto il mondo stanno studiando le energie che agiscono, e probabilmente governano, la vita stessa e quindi capaci di un impatto profondo anche sulla salute.

 

 

  Fonti e riferimenti: 

 

[1] Janusz Slawinski. Photon emission from perturbed and dying organisms: biomedical perspectives. Forsch Komplementarmed Klass Naturheilkd. 2005 Apr;12(2):90-5. PMID: 15947467

 

[2] Hugo J Niggli, Salvatore Tudisco, Giuseppe Privitera, Lee Ann Applegate, Agata Scordino, Franco Musumeci. Laser-ultraviolet-A-induced ultraweak photon emission in mammalian cells. J Biomed Opt. 2005 Mar-Apr;10(2):024006. PMID: 15910080

 

[3] Chao Wang, István Bókkon, Jiapei Dai, István Antal. Spontaneous and visible light-induced ultraweak photon emission from rat eyes. Brain Res. 2011 Jan 19 ;1369:1-9. Epub 2010 Oct 26. PMID: 21034725

 

[4] I Bókkon, R L P Vimal, C Wang, J Dai, V Salari, F Grass, I Antal. Visible light induced ocular delayed bioluminescence as a possible origin of negative afterimage. J Photochem Photobiol B. 2011 May 3 ;103(2):192-9. Epub 2011 Mar 23. PMID: 21463953

 

[5] M Kobayashi, M Takeda, T Sato, Y Yamazaki, K Kaneko, K Ito, H Kato, H Inaba. In vivo imaging of spontaneous ultraweak photon emission from a rat's brain correlated with cerebral energy metabolism and oxidative stress. Neurosci Res. 1999 Jul;34(2):103-13. PMID: 10498336

 

[6] Y Kataoka, Y Cui, A Yamagata, M Niigaki, T Hirohata, N Oishi, Y Watanabe. Activity-dependent neural tissue oxidation emits intrinsic ultraweak photons. Biochem Biophys Res Commun. 2001 Jul 27;285(4):1007-11. PMID: 11467852

 

[7] B T Dotta, K S Saroka, M A Persinger. Increased photon emission from the head while imagining light in the dark is correlated with changes in electroencephalographic power: support for Bókkon's biophoton hypothesis. Neurosci Lett. 2012 Apr 4 ;513(2):151-4. Epub 2012 Feb 17. PMID: 22343311

 

[8] I Bókkon, V Salari, J A Tuszynski, I Antal. Estimation of the number of biophotons involved in the visual perception of a single-object image: biophoton intensity can be considerably higher inside cells than outside. J Photochem Photobiol B. 2010 Sep 2 ;100(3):160-6. Epub 2010 Jun 10. PMID: 20584615

 

[9] Yan Sun, Chao Wang, Jiapei Dai. Biophotons as neural communication signals demonstrated by in situ biophoton autography. Photochem Photobiol Sci. 2010 Mar ;9(3):315-22. Epub 2010 Jan 21. PMID: 20221457

 

[10] F A Popp, W Nagl, K H Li, W Scholz, O Weingärtner, R Wolf. Biophoton emission. New evidence for coherence and DNA as source. Cell Biophys. 1984 Mar;6(1):33-52. PMID: 6204761

 

[11] Masaki Kobayashi, Daisuke Kikuchi, Hitoshi Okamura. Imaging of ultraweak spontaneous photon emission from human body displaying diurnal rhythm. PLoS One. 2009;4(7):e6256. Epub 2009 Jul 16. PMID: 19606225

 

[12] Masaki Kobayashi, Daisuke Kikuchi, Hitoshi Okamura. Imaging of ultraweak spontaneous photon emission from human body displaying diurnal rhythm. PLoS One. 2009;4(7):e6256. Epub 2009 Jul 16. PMID: 19606225

 

[13] Eduard P A Van Wijk, Heike Koch, Saskia Bosman, Roeland Van Wijk. Anatomic characterization of human ultra-weak photon emission in practitioners of transcendental meditation(TM) and control subjects. J Altern Complement Med. 2006 Jan-Feb;12(1):31-8. PMID: 16494566

 

[14] F W G Schutgens, P Neogi, E P A van Wijk, R van Wijk, G Wikman, F A C Wiegant. The influence of adaptogens on ultraweak biophoton emission: a pilot-experiment. Phytother Res. 2009 Aug;23(8):1103-8. PMID: 19170145

 

[15] H J Niggli. Artificial sunlight irradiation induces ultraweak photon emission in human skin fibroblasts. J Photochem Photobiol B. 1993 May;18(2-3):281-5. PMID: 8350193

 

[16] Hugo J Niggli, Salvatore Tudisco, Giuseppe Privitera, Lee Ann Applegate, Agata Scordino, Franco Musumeci. Laser-ultraviolet-A-induced ultraweak photon emission in mammalian cells. J Biomed Opt. 2005 Mar-Apr;10(2):024006. PMID: 15910080

 

[17] Janusz Slawinski. Photon emission from perturbed and dying organisms: biomedical perspectives. Forsch Komplementarmed Klass Naturheilkd. 2005 Apr;12(2):90-5. PMID: 15947467

 

[18] Cristiano M Gallep, Thiago A Moraes, Samuel R Dos Santos, Peter W Barlow. Coincidence of biophoton emission by wheat seedlings during simultaneous, transcontinental germination tests. Protoplasma. 2013 Jun ;250(3):793-6. Epub 2012 Sep 26. PMID: 23011402

 

 

[19] Peter W Barlow, Joachim Fisahn. Lunisolar tidal force and the growth of plant roots, and some other of its effects on plant movements. Ann Bot. 2012 Jul ;110(2):301-18. Epub 2012 Mar 20. PMID: 22437666