IL SOLE: fa bene?


La luce è essenziale per tutte le forme di vita - così essenziale che Dio ha creato il sole come fonte costante di energia indispensabile per sostenere la vita sulla terra.

 

L'energia utilizzata dalle piante che crescono nel giardino, dal ghepardo in corsa alla massima velocità e dalla benzina che alimenta l'auto dipendono dall'energia fornita dalla luce del sole.

 

In effetti, quasi tutta l'energia presente in natura sulla terra deriva dal sole.

 

Eppure, anche se Dio sin dall'inizio ha detto che la luce era “cosa buona”, molti di noi, in realtà oggi hanno paura di esporsi al sole. Forse siamo stati male informati e stiamo esagerando nel considerare i pericoli della luce solare dimenticando i numerosi salutari benefici che essa ci regala.

 

Può la luce solare effettivamente migliorare la nostra salute?

 

Molti dei benefici della luce solare sono dovuti alla vitamina D che viene sintetizzata dalle radiazioni UVB presenti nella luce solare.

 

Se esposta alla luce del sole, la nostra pelle comincia a proteggersi dalla sovraesposizione con la produzione di melanina, una sostanza chimica che scurisce la pelle, e a sintetizzare i precursori della vitamina D.

 

L'aumento della melanina e della vitamina D consentono una maggiore esposizione al sole senza rischi di scottature.

 

Nell'argomento “La vitamina D” trattato su questo sito e raggiungibile cliccando qui: http://www.nutrizionenaturale.org/la-vitamina-d/

si può trovare un approfondimento dei benefici legati a questa importante vitamina.

 

Uno studio condotto dal dottor William Grant, Ph.D., ricercatore riconosciuto a livello internazionale ed esperto di vitamina D, ha affermato che circa il 30 per cento delle morti per cancro - che ammonta a 2 milioni nel mondo, 172.208 in Italia (dati riferiti al 2008) potrebbe essere evitato ogni anno con elevati livelli di vitamina D.

 

Come le piante, anche gli esseri umani hanno bisogno di luce solare per una salute ottimale. Anche se molti credono che l'esposizione al sole sia dannosa, in realtà è solo la sovraesposizione alla luce solare diretta che dovrebbe essere evitata.

 

Benefici dei raggi solari oltre alla produzione di vit. D

In genere ci focalizziamo solo sui benefici dell'esposizione solare legati alla produzione della vit. D ma in realtà i benefici vanno ben oltre.

 

Nuove evidenze presentate nel numero di aprile-giugno del 2012 della rivista “Dermatology-Endocrinology” confermano che l'esposizione al sole per tempi adeguati, ha una serie di benefici per la salute non correlati alla produzione di vitamina D.

In particolare:

  • Migliora l'umore e l'energia attraverso il rilascio di endorfine

  • Cura le malattie della pelle, come  psoriasi, vitiligine, dermatite atopica, e la sclerodermia. Le radiazioni UV migliorano anche la funzione di barriera della pelle

  • Regola la melatonina attraverso i fotorecettori della ghiandola pineale e migliora il sonno

  • Sincronizza i bioritmi attraverso la luce del sole che colpisce la retina dell'occhio

  • Protegge contro il melanoma e diminuisce la mortalità causata da questa grave patologia

  • Aumenta le difese immunitarie, e previene molte patologie

  • Aumenta le prestazioni mentali,

  • Migliora il metabolismo,

  • Allevia i dolori artritici,

  • Sterilizza eliminando la causa principale dell'odore del corpo.

Quanto tempo dobbiamo esporci al sole?

Per la maggior parte delle persone con la pelle chiara sono sufficienti circa 30 minuti al giorno 3 volte a settimana di esposizione alla luce diretta del sole. Più scura è la pelle e maggior tempo di esposizione al sole sarà necessaria per ottenere una quantità adeguata di vitamina D.

 

>Per le persone che hanno la pelle molto chiara e si scottano facilmente o quelle che vivono in zone dove il sole è particolarmente intenso, l'esposizione al sole deve avvenire in modo graduale. Se si verifica l'arrossamento della pelle, è segno che si è preso troppo sole!

 

Si dovrebbe iniziare con non più di cinque minuti al giorno (per chi ha la pelle chiara) e aumentare gradualmente l'esposizione a 30 minuti o più al giorno. Se si rimane fuori al sole per lunghi periodi di tempo, è bene assicurarsi di indossare un cappello a tesa larga e abiti in grado di proteggere le zone del corpo che sono più soggette alle scottature (viso, orecchie, collo, spalle e schiena ).

 

Ovviamente le barriere che riducono raggi ultravioletti (UV) come ad esempio i filtri solari, riducono anche la produzione di vitamina D nel nostro corpo!

 

Gli eccessi di ogni cosa, anche se salutare …...

L'esposizione alla luce del sole è meglio che avvenga con moderazione. Le proteine e il tessuto genetico restano danneggiati ogni volta che si verificano ustioni cutanee il che aumenta il rischio di cancro della pelle.

 

I raggi UVA e i raggi UVB possono determinare sia l'abbronzatura che le scottature, tuttavia i raggi UVA penetrano la pelle più profondamente degli UVB e si ritiene che essi siano un fattore molto più influente per il foto-invecchiamento, per le rughe e per i tumori della pelle.

 

Tuttavia, non è il caso di lasciarsi spaventare e rinunciare ad una corretta, sana ed utile esposizione al sole! Il corpo è in grado di produrre una adeguata quantità di vitamina D con soltanto un quarto della luce solare necessaria per causare una scottatura.

 

Anche se il cancro della pelle colpisce circa 2.000 americani ogni anno, i ricercatori ritengono che la regolare, moderata esposizione al sole può effettivamente impedire ogni anno ben 138.000 morti per altri tipi di cancro. Nelle regioni italiane settentrionali la mortalità per melanoma cutaneo è, per entrambi i sessi, circa il doppio di quella registrata nelle regioni meridionali.

 

Uno studio randomizzato su larga scala relativo alla vitamina D e al cancro, con il controllo placebo, ha dimostrato che la vitamina D può ridurre il rischio complessivo di cancro del 60 per cento. Questa è una notizia rivoluzionaria considerato che la Canadian Cancer Society ha effettivamente approvato la vitamina D come terapia per la prevenzione dei tumori.

 

In quali ore del giorno è meglio prendere il sole?

La maggior parte degli specialisti consigliano di evitare di esporsi al sole durante le ore centrali della giornata ma ...

 

Una nuova ricerca invece dimostra che per ottenere un supplemento ottimale di vitamina D dal sole con un rischio minimo di contrarre il melanoma maligno cutaneo (CMM), il miglior periodo di esposizione è quello centrale della giornata.

 

Ciò significa che le raccomandazioni comuni per la salute fornite dalle autorità di molti paesi - che l'esposizione al sole deve essere evitata per tre-cinque ore intorno a mezzogiorno - potrebbero essere sbagliate e rischiare di promuovere la CMM.

 

Il Dr. William Grant, esperto di vitamina D, nella sua ricerca è giunto alla conclusione che esporsi al sole a metà giornata (fra le 10 e le 15) è meglio che esporsi nelle prime ore del mattino o nelle ore pomeridiane.

La ragione è duplice.

Prima di tutto, è necessario un tempo di esposizione più breve perché i raggi UVB a mezzogiorno sono più intensi.

 

Il secondo motivo è che, quando il sole scende verso l'orizzonte, gli UVB vengono filtrati molto più degli UVA. Si è scoperto che l'onda lunga dei raggi ultravioletti chiamati UVA, che va da circa 320 a 400 nanometri, è altamente correlata con il melanoma – mentre gli UVB che sono quelli che producono la vitamina D, sono compresi fra i 290-315 nanometri, "spiega il dottor Grant.

Questo è veramente un concetto profondo, che sta appena iniziando a essere considerato dai principali media.

Per esempio, “US News & World Report” ha pubblicato un articolo sul sole e in esso Robyn Lucas, epidemiologo presso l'Università Nazionale Australiana, concorda con questi risultati concludendo: “se si vuole uscire al sole per massimizzare la produzione di vitamina D, e ridurre al minimo il rischio di contrarre un melanoma maligno, la parte centrale della della giornata è il periodo migliore".

 

L'esposizione al sole provoca i tumori della pelle?

Nonostante tutta la cattiva stampa che collega l'esposizione al sole al cancro della pelle, non c'è quasi alcuna prova in merito. Vi sono, invece, numerose prove che dicono esattamente il contrario.

 

Nel corso degli anni, diversi studi hanno confermato che l'esposizione al sole appropriata, in realtà aiuta a prevenire il cancro della pelle. Infatti è stato scoperto che l'insorgenza di melanomi diminuisce con una maggiore esposizione al sole, e può aumentare con l'uso di filtri solari.

 

Uno dei fatti più importanti che si dovrebbe conoscere è che l'epidemia della malattia è infatti scoppiata tra i lavoratori che stavano al coperto. Questi lavoratori usufruivano di un'esposizione ai raggi UV da 3 a 9 volte in meno dei lavoratori che operavano all'esterno ma, solo fra i lavoratori interni i tassi di insorgenza dei melanomi erano in aumento.

 

Come riportato dalla rivista “The Lancet”: "Paradossalmente, i lavoratori all'aperto hanno una diminuzione del rischio di melanoma rispetto ai lavoratori interni, da cui si può dedurre che la regolare esposizione al sole può avere un effetto protettivo."

 

Il fatto che proprio nelle regioni più assolate come quelle del meridione d'Italia l'incidenza del melanoma sia così bassa (circa la metà) rispetto alle regioni del settentrione, non fa affatto pensare ad una pericolosità dell'esposizione solare.

 

I tumori della pelle sono associati non tanto alla quantità cumulativa di radiazioni ultraviolette assorbite dalla pelle, ma al numero di scottature solari subite, soprattutto in età infantile e adolenziale.

 

Le creme - filtri solari

Da decenni, i media e i "professionisti" della salute hanno continuato a sostenere quanto sia pericoloso e dannoso il sole. Nella migliore delle ipotesi, è stato detto che causa le rughe e l'invecchiamento prematuro, nella peggiore delle ipotesi che aumenta notevolmente il rischio di cancro.

 

Per questo è stato caldamente consigliato di proteggersi con creme e filtri solari per evitare i danni del sole.

 

L'Environmental Working Group, un'organizzazione no-profit con sede a Washington, ha pubblicato un'indagine su quasi 1.000 marche di filtri solari, dove risulta che quattro prodotti su cinque non proteggono adeguatamente i consumatori e possono contenere sostanze chimiche dannose Alcuni dei prodotti di marchi leader internazionali - compresi Coppertone, Neutrogena e Banana Boat - sono i risultati peggiori.

 

Le creme solari sono fonte di enormi profitti per le aziende che li producono per cui c'è un forte incentivo a continuare ad espandere le campagne di disinformazione così da aumentare ancora di più le quote di mercato.

 

Mentre è vero che si deve cercare di evitare assolutamente le scottature, gli ingredienti utilizzati nelle creme solari più disponibili nel mercato sono per lo meno discutibili e, come vedremo di seguito, diversi prodotti possono causare più danni che vantaggi.

 

Poche raccomandazioni sanitarie hanno avuto un effetto così dannoso come il consiglio di non uscire mai di casa senza protezione solare.

 

La protezione solare blocca in modo efficace la produzione di vitamina D che si forma naturalmente quando la pelle è esposta alla luce solare e, in realtà, i filtri solari riducono la produzione di vitamina D dal 97,5-99,9 per cento.

 

La diffusa accettazione e l'adozione di questi errati consigli ha contribuito alla grave carenza di vitamina D su grande scala facendo perdere gli effetti di prevenzione per molte patologie, anche gravi, a tantissime persone a partire da 16 tipi di cancro, malattie cardiache, diabete, infiammazioni intestinali, artrite reumatoide fino alla sclerosi multipla e all'osteoporosi.

 

Uno studio pubblicato nel "Journal of Chromatography" ha trovato che c'è una significativa penetrazione nella pelle di tutti gli agenti di protezione solare che hanno studiato. Spalmare un agente cancerogeno sulla pelle può infatti per la salute essere peggio di ingerirlo, considerato che finisce direttamente nel circolo sanguigno.

Seguendo le raccomandazioni degli esperti di applicare una generosa quantità di crema solare ogni poche ore per prevenire il cancro della pelle, è probabile che una discreta quantità di questa venga assorbita attraverso la pelle.

A peggiorare le cose, gli scienziati non sono nemmeno sicuri se la protezione solare sia efficace contro il melanoma.

 

Hanno confermato che la protezione solare può prevenire le scottature, ma che non riuscirerebbero a proteggere effettivamente contro il cancro perché la maggior parte dei filtri solari agisce solo come schermo ai raggi UVB che producono la vitamina D, ma non agli UVA che causano la maggior parte dei danni.

 

Inoltre, le sostanze chimiche potenzialmente dannose che possono essere contenute nei filtri solari come il dioxybenzone e l'oxybenzone sono cosiderati fra i più potenti generatori di radicali liberi che l'uomo conosca.

 

Alla luce di tutto questo, credo che sia indispensabile usare solo creme solari naturali con ingredienti sicuri, non tossici, in modo da non aggiungere al nostro organismo altre sostanze potenzialmente tossiche e forse non ottenere protezione dai pericolosi raggi UVA.

Le sostanze che possiamo trovare nelle creme solari

Credo possa esserci utile l'elenco, elaborato dall'Environmental Working Group, delle sostanze che potrebbero essere presenti nei filtri solari che usiamo. Potremo avere così un'idea degli eventuali pericoli che possiamo correre:

 

Octinoxate. E' l'ingrediente delle creme solari più utilizzato, noto per il suo basso potenziale di sensibilizzazione della pelle e bassa azione foto-allergenica. Ha effetti estrogenici Secondo quanto riscontrato negli animali da laboratorio, ha effetti estrogenici che geherano  perturbazioni all'ormone tiroideo e ai segnali cerebrali. È stato riscontrato che a basse dosi uccide le cellule di topo quando viene esposto alla luce del sole!

Oxybenzone. E' associato a reazioni fotoallergiche e viene assorbito attraverso la pelle in quantità significative. Secondo il centro di ricerca "Centers for Disease Control" contamina il 97% degli americani. Le preoccupazioni per la salute riguardano le interruzioni ormonali ed il cancro.

 

Octisalato. E' un debole schermo per i raggi UVB con un buon profilo di sicurezza, generalmente si trova tra gli ingredienti di protezione solare. Si tratta di un potenziatore di penetrazione che può aumentare la quantità degli altri ingredienti che passano attraverso la pelle.

 

Avobenzone (Parsol 1789). E' principalmente un filtro UVA assorbente che la luce del sole trasforma in prodotti chimici poco noti.

 

Octocrylene. Produce radicali liberi quando esposto alla luce UV.

 

Homosalate. La ricerca indica che è un debole perturbatore ormonale, forma metaboliti tossici, e può favorire la penetrazione di un erbicida tossico.

 

Biossido di titanio micronizzato. Le creme solari con biossido di titanio micronizzato offrono una maggiore protezione solare delle particelle convenzionali (più grandi). Le piccole particelle non penetrano la pelle, ma possono essere tossiche per le le cellule viventi e per l'ambiente. L'inalazione di polveri e spray destano preoccupazioni .

 

Micronizzato di ossido di zinco. Come per il biossido di titanio micronizzato, di cui sopra.

 

Biossido di titanio. Appare sicuro per l'uso sulla pelle a causa della bassa penetrazione, ma l'inalazione è da evitare.

 

Ensulizole. (Phenylbenzimidazole acido solfonico) Conosciuto per la produzione di radicali liberi se esposto alla luce solare, arreca danni al DNA, offre protezione contro i raggi UVB ma potenzialmente può causare il cancro.

 

Nano Ossido di Zinco. offre una maggiore protezione solare nei confronti delle particelle di zinco più grandi. Si sa relativamente poco per quanto riguarda i potenziali effetti sulla salute delle nanoparticelle. Non penetrano la pelle sana, e quindi, non sembrano rappresentare un rischio per la salute, l'inalazione di polveri e spray desta preoccupazioni.

 

Nano Titanium Dioxide. Idem come il Nano ossido di zinco, di cui sopra.

 

Ossido di Zinco Lo zinco ha una lunga storia di utilizzo nei prodotti per la cura della pelle, creme solari e altri; viene poco assorbito dalla pelle e non sono segnalati effetti nocivi.

 

Padimato O. (ottile dimetil-PABA / PABA Ester) E' stato un prodotto popolare nel passato per la protezione solare, la ricerca mostra come questa sostanza chimica rilascia radicali liberi, provoca danni al DNA, ha attività estrogenica, e scatena reazioni allergiche in alcune persone.

 

Menthyl antranilato. Produce dannosi radicali liberi specie se esposto alla luce solare.

 

Mexoryl SX .2 ore di luce solare possono degradare fino al 40% di questo principio attivo che ha una bassa penetrazione cutanea.

 

Metilenbis-Benzotriazolyl Tetramethylbutylphenol. Non esistono sufficienti studi su questo principio attivo, è foto-stabile e non viene assorbito attraverso la pelle.

 

Sulisobenzene (benzofenone-4). Può causare irritazione cutanea e oculare. Non penetra facilmente nella pelle ma migliora la capacità di altri prodotti chimici di penetrare. Il Benzofenone-2 preoccupa per la perturbazione ormonale che determina.

 

Oxybenzone (benzofenone-3). Associato a reazioni fotoallergiche questo prodotto chimico viene assorbito attraverso la pelle in quantità significative. Secondo il centro di ricerca Centers for Disease Control contamina il 97% degli americani Le preoccupazioni per la salute riguardano le interruzioni ormonali ed il cancro.

Conclusioni

I benefici dell'esposizione al sole sono davvero tanti.

Oltre a stare al sole d'estate al mare, in montagna o semplicemente in campagna, sarebbe opportuno che, anche nelle altre stagioni, trovassimo il modo di accumulare una sufficiente dose di vitamina D.

Non preoccupiamoci eccessivamente di esporci al sole nelle ore centrali della giornata per tempi non eccessivi.

 

Cerchiamo di esporci progressivamente al sole per evitare pericolose scottature e se proprio dobbiamo ricorrere ai filtri solari, cerchiamo di sceglierli leggendo attentamente la composizione del prodotto assicurandoci che contenga solo ingredienti non mettano a rischio la nostra salute.