MA QUANTE MEDICINE PRENDIAMO?


(Revisionato/aggiornato il 24 agosto 2019)

Sarebbe semplice: una pillola per ogni problema di salute e tutto è risolto.

 

Se il problema non esiste, indotti dalla pubblicità o dalla scarsa conoscenza, a volte riusciamo a crearcelo.

 

Quando andiamo dal medico non siamo soddisfatti se ci dice soltanto di metterci a riposo per qualche giorno e attendere che il nostro sistema di difesa abbia il tempo di riparare i nostri mali.

 

Non ci sentiremo parimenti soddisfatti se il medico ci consigliasse di curaci cambiando solo il nostro modo di mangiare o il nostro stile di vita.

 

Preferiamo che ci prescriva delle medicine ad effetto immediato capaci di sopprimere i sintomi della malattia e non ci importa nient'altro.

 

Spesso non ci chiediamo nemmeno se, con l'assunzione di un prodotto farmaceutico risolviamo definitivamente, alla radice, la patologia o attenuiamo solo i sintomi che ritorneranno puntualmente a tormentarci nel tempo con in in più, il rischio di andare incontro inesorabilmente ad altri disagi dovuti alla tossicità di molti medicinali.

 

Le case farmaceutiche sono molto aggressive e normalmente considerano noi pazienti come clienti ed i medici come intermediari da bombardare tramite i loro informatori scientifici (propagandisti medici), con le loro ricerche orientate, le loro pubblicazioni (di parte) su riviste mediche e non, i loro convegni …..ecc.).

Il risultato ? Prendiamo troppe medicine !

Intendiamoci, non siamo contro le medicine che, in molti casi di patologie gravi, hanno salvato tante persone. Siamo contro il loro utilizzo quando non sono necessarie, contro il loro impiego sbagliato ed il loro frequente abuso. Crediamo che si debba fare ricorso alle medicine solo nei casi gravi quando non esistono rimedi naturali innocui.

 

E' vero, l'età media della vita dell'uomo continua a crescere e sorge la domanda se ciò sia dovuto all'uso delle medicine oppure nonostante l'uso delle medicine.

 

Secondo i dati dell'Aifa presentati nel rapporto “L’uso dei Farmaci in Italia anno 2018”, la spesa farmaceutica nazionale totale nel 2018 è stata di 29,1 miliardi di euro, di cui il 77% riferita a farmaci rimborsati dal Servizio Sanitario Nazionale (compresa la quota ticket a carico del cittadino). Ogni italiano spende 482 euro l'anno in medicine, di cui 343 a carico del Servizio Sanitario Nazionale.

 

I farmaci del sistema cardiovascolare, come negli anni precedenti, sono i più utilizzati con una  copertura da parte del SSN che supera il 93%.

 

L’analisi della prescrizione farmaceutica nella popolazione conferma che l’età è il principale fattore predittivo dell’uso dei farmaci: la spesa media di un assistibile ultra settantacinquenne è di circa 13 volte maggiore a quella di una persona di età compresa fra 25 e 34 anni.

 

Quest'ultimo dato ci fa pensare che invecchiamo male per cui, occorre cercare di comprendere come mai il nostro corpo, che non è programmato per ammalarsi, con l'età ci fa soffrire. 

 

E' sbagliato considerare la vecchiaia come una malattia. I problemi sono principalmente la conseguenza dei comportamenti adottati in precedenza e mantenuti fino all'età avanzata.

 

Con molta probabilità, i cinque miliardi di farmaci del sistema cardiovascolare, e molti altri possono essere drasticamente ridotti con una buona attività informativa e una efficace azione di prevenzione.

Cosa succede in America?

Negli Usa secondo il "Centers for Disease Control"  nel 2005 si sono registrate 33.000 morti per l'eccessivo o il cattivo uso di medicinali. Rappresenta la seconda causa di morte dopo gli incidenti stradali.

 

A questo dato, sarebbe interessante aggiungere il numero di casi in cui non si è verificata la morte ma i pazienti hanno subito dei danni alla salute dovuti agli effetti collaterali dei farmaci, visto che il 46% degli americani prende almeno un farmao al giorno (come prescrizione medica) senza calcolare i numerosi farmaci da banco acquistati liberamente.

 

Un altro dato che ci deve far riflettere arriva da un articolo apparso sul Journal of the American Medical Association (JAMA) in cui viene pubblicata una stima di 106.000 casi di morte attribuiti ai farmaci regolarmente somministrati a pazienti ospedalizzati, e di oltre 2.000.000 di casi in cui si sono verificati dei seri effetti collaterali negativi.

 

Una buona parte dei farmaci che assumiamo è inefficace e in molti casi dannosa. Ad esempio, i farmaci antidepressivi funzionano solo nelle patologie gravi; negli altri casi sarebbe meglio prendere una pillola di zucchero.......oh...pardon...... meglio mangiare un frutto di stagione.

 

Vale la pena di discutere con il proprio medico (possibilmente con apertura olistica) e definire quali medicine possono davvero essere considerate indispensabili per la terapia specifica tenendo presente che per le seguenti patologie, salvo casi estremi, i farmaci non sono la risposta:

  • Diabete
  • Alta pressione arteriosa
  • Colesterolemia
  • Depressione
  • Osteoporosi
  • Artriti
  • Deterioramento cognitivo (perdita della memoria)

Un caso emblematico: la statina

Molte nuove medicine vengono diffuse senza una sufficiente serie di test che assicurino la totale innocuità o almeno l'assenza di effetti collaterali seri.

 

La statina ad esempio è un farmaco che impedisce la sintesi del colesterolo endogeno e viene considerata nelle sue diverse forme ben tollerata.

 

Gli studi avevano riscontrato degli effetti positivi della statina sulle persone affette da ipercolesterolemia. Sembra tuttavia che i risultati derivassero dallo stato dei pazienti che prima della somministrazione della statina soffrivano da molti anni di ipercolesterolemia.

 

Alcuni test rigorosi condotti con sostanze placebo hanno invece messo in luce come la statina peggiori la situazione. Il prodotto della Bayer, "LipoBay" è stato ritirato dal mercato dopo che, associato a fibrati, diede luogo a gravi eventi avversi di rabdomiolisi fatale.

 

L'assunzione delle statine tra l'altro deve essere continuativa in quanto l'effetto cessa con l'interruzione del trattamento e, nel lungo periodo, esiste un'ampia casistica di effetti nocivi anche gravi. 

 

Dunque, in generale, le valutazioni con il proprio medico vanno fatte con molta prudenza considerando anche le ricerche ed esperienze indipendenti serie. 

I farmaci da banco sono veramente innocui?

Molti ritengono che i farmaci da banco siano sicuri, forse anche più sicuri dei farmaci che richiedono la prescrizione medica ma, solo perché sono disponibili al banco non significa che sono privi di rischio.

 

E 'importante essere consapevoli dei principi attivi  del farmaco e dei potenziali effetti collaterali prima di assumerlo, ma la maggior parte delle persone non legge tutte le informazioni  che si trovano sulle etichette.

 

Da una ricerca effettuata su 80.000 donne non ipertese, dopo 21 giorni di somministrazione di antidolorifici nell' 86% dei casi, è stato riscontrato un aumento della pressione arteriosa.

 

Secondo la FDA americana tutti i farmaci da banco, quando l'utilizzo è prolungato, possono comportare dei rischi, a causa degli effetti collaterali.

Il paracetamolo può essere letale

L'overdose di paracetamolo è la causa principale per le chiamate di avvelenamento nei centri di controllo degli Stati Uniti, più di 100.000 istanze all'anno. Il paracetamolo negli Stati Uniti (1) è responsabile di quasi la metà di tutti i casi di insufficienza epatica acuta. 

 

Il governo Federale stima che ogni anno muoiono 150 persone negli USA e altre 56.000 subiscono dei danni dovuti al cattivo utilizzo del Paracetamolo. Il composto è relativamente poco conosciuto in Italia ma è contenuto nei popolari farmaci diffusi con nomi commerciali come la Tachipirina. (2)

 

Prendendo solo il 25 per cento in più della dose giornaliera raccomandata - l'equivalente di appena due pillole in più al giorno - può causare danni al fegato dopo appena un paio di settimane di uso quotidiano. (3)

 

Una ricerca pubblicata su The Journal of General Internal Medicine ha mostrato che quasi il 25 per cento delle persone intervistate era a rischio di sovradosaggio, utilizzando solo un prodotto a base di paracetamolo nel corso delle 24 ore.

 

Quasi la metà dei partecipanti erano a rischio di sovra-dosaggio assumendo due prodotti contenenti paracetamolo. (4) I ricercatori hanno concluso: "L'incomprensione del principio attivo e le istruzioni corrette per i farmaci da banco contenenti paracetamolo è comune".

 

Il potenziale di errori ed eventi avversi associati all'uso improprio, non intenzionale, di questi prodotti è notevole, in particolare tra i forti consumatori di paracetamolo e quelli con conoscenze limitate ".

 

Il rischio di danno epatico grave e/o la morte relativa all'assunzione di paracetamolo aumenta se:

  • Si assume più di una normale dose (325 mg) di acetaminofene quando combinato con un analgesico narcotico come la codeina o l'idrocodone
  • Si assume più della dose prescritta di un prodotto contenente paracetamolo in un periodo di 24 ore
  • Si assume più di un prodotto contenente paracetamolo contemporaneamente. Assicurarsi di leggere l'elenco degli ingredienti in qualsiasi altro farmaco da banco o prescritto.
  • Si bevono alcolici durante l'assunzione di un prodotto contenente paracetamolo. Le ricerche indicano che il paracetamolo aumenta significativamente il rischio di disfunzioni reali se assunto con alcool, anche se la quantità di alcol è bassa (5)

A causa del fastidio e del forte dolore, a volte gli analgesici sono necessari per sopprimere temporaneamente il dolore, come ad esempio per il dolore post-operatorio. In questi casi, alcuni medici consigliano di prendere insieme N-acetil cisteina (NAC).

 

La mortalità a causa della tossicità dell'acetaminofene ha dimostrato di essere virtualmente eliminata quando viene prontamente somministrato il NAC in caso di sovradosaggio.

I sonniferi: farmaci da banco potenzialmente pericolosi

Quando si è alla disperata ricerca di sonno, l'idea di prendere una pastiglia e cadere beatamente addormentati è una tentazione, ma ricorrendo ai farmaci per dormire è rischioso, anche se sono disponibili senza prescrizione. 

 

Una ricerca che ha raccolto i dati provenienti da più di 10.500 persone che hanno assunto sonniferi ha mostrato che "come previsto, i rischi per i pazienti che fanno uso di farmaci per dormire sono sostanzialmente elevati ". (6)

 

Lo studio ha trovato che coloro che assumevano tali farmaci non solo avevano un  più alto rischio per alcuni tipi di cancro, ma avevano anche ben quattro volte più probabilità di morire rispetto alle persone che non li assumevano. I sonniferi legati a questi rischi includono: benzodiazepine (come il temazepam), non-benzodiazepine (come Ambien, Lunesta ecc), barbiturici, e antistaminici sedativi (alcuni dei quali sono disponibili da banco).

 

Gli antistaminici contenenti sonniferi possono perdere la loro efficacia nel tempo. Tali farmaci non devono essere utilizzati per più di due settimane e possono causare effetti collaterali come sonnolenza diurna e vertigini.

In particolare occorre fare molta attenzione alle seguenti specialità farmaceutiche:

ALEVE® antinfiammatorio che per primo è stato iscritto in una lista di antidolorifici associati a malattie cardiache

 

IBUPROFENE - Uno studio condotto negli USA su 900 pazienti, dopo 6 mesi di somministrazione è stato riscontrato un raddoppio dei casi di morte per ictus, attacco cardiaco e altre patologie cardiache  

 

ASPIRINA, PARACETAMOLO (Tachipirina) - sono stati associati a malattie renali. Circa il 15% dei pazienti in dialisi hanno contratto la malattia a seguito dell'assunzione di questi farmaci. 

 

Un altro gruppo di farmaci da utilizzare con attenzione è costituito dalle specialità da banco che si utilizzano in caso di indigestione o contro i bruciori di stomaco. Molti di essi mascherano soltanto i sintomi ma non curano il malessere.

 

Ricerche hanno dimostrato che la riduzione dell'acidità tramite farmaci diminuisce le difese naturali dello stomaco nei confronti dei batteri e crea maggiori problemi.

 

L'intervento del farmaco per ridurre l'acidità diminuisce inoltre la capacità digestiva.      

 

Infine viene ancora segnalata una categoria di farmaci da banco da assumere con attenzione, rappresentata da specialità utilizzati per attenuare i fastidi del raffreddore, della tosse, del mal di gola. Fra i quali:

 

ANTISTAMINICI - oltre a provocare sonnolenza, possono aumentare il rischio di sinusite in quanto induriscono le secrezioni nasali e ostacolano il normale drenaggio

 

SCIROPPO PER LA TOSSE - (a base di dextromethorphan) - non risulta più efficace di un placebo per calmare la tosse notturna e, assunto in gravidanza, può causare malformazioni nei neonati.

 

Ne deriva che i medicinali da banco vanno utilizzati solo in caso di seria necessità, in mancanza di rimedi naturali, controllando bene:

  • quali sostanze contengono (spesso indicate con nomi commerciali accattivanti)
  • le indicazioni e le controindicazioni
  • gli avvertimenti
  • le dosi consigliate (da non superare per alcun motivo)
  • i tempi massimi di assunzione (da non prolungare mai oltre)
  • gli effetti collaterali 
  • cosa fare nel caso si riscontrino reazioni al medicinale
  • se è compatibile con altri farmaci assunti contemporaneamente
  • se è compatibile con altre sostanze che assumiamo (es alcolici)
  • se è adatto ai bambini e agli anziani

Ricordiamoci comunque di farne ricorso il meno possibile e solo dopo aver accertato la mancanza di metodi naturali tenendo sempre conto che: Il miglior rimedio è la prevenzione.

 

 

Fonti e riferimenti:

 

(1) Hepatology 2004 Jul;40(1):6-9

(2) PBS News September 24, 2013

(3) JAMA July 5, 2006: 296(1); 87-93

(4)  J Gen Intern Med. 2012 Dec;27(12):1587-93.

(5) 141st annual American Public Health Association Meeting, Online Program

(6) BMJ Open. 2012 Feb 27;2(1):e000850.